Roma, Casa di reclusione Rebibbia, Muralex, 22 febbraio 2008

La Direzione della Casa Circondariale Rebibbia Nuovo Complesso, l'associazione Ora d'Aria, l'associazione Artwo sono gli artefici del progetto *MURALEX: arte sul muro di cinta: graffiti e parole *patrocinato dall'Assessorato delle Politiche Culturali del Comune di Roma.

"E' importante lavorare *con* i detenuti e non *sui* detenuti" dice il direttore del carcere Carmelo Cantone ed è questo quello che hanno fatto i writers che hanno partecipato al progetto, Trota, Orma, Tosh, Thoms, Hunto, Pepsi, Hitnes, Clima, Kresy, Beat, lavorando "spalla a spalla" con
tre detenuti Emiliano, Vito e Francesco.

Il risultato è di forte impatto: su chilometri di muro color grigio topo il colore si è visto da lontano mentre venivamo trasportati da una murata all'altra realizzate all'interno del carcere ed è stato un sollievo per l'animo intristito da quello che si vedeva girando lo sguardo sulle grate delle finestre dalle quali pendevano stesi al sole pezzi di un modesto bucato, unica testimonianza che al di là di quelle grate c'erano delle persone.

"Un'esperienza delle più emozionanti di tutta la vita - dice Mathieu - una di quelle cose che sicuramente racconterò ai miei figli parlando del writing".

Brecce aperte su una recinzione "impossibile" da varcare e la visione immaginaria di quello che c'è "oltre" mi hanno riportato alle immagini dell'East Side Gallery al pezzo della tedesca Birgit Kinder che raffigura un'auto che sfonda il muro e ai tromp l'oeil di Bansky sulla barriera della West Bank o ancora alla sua bimba che vola al di là trasportata dai palloncini.

Questo è quello che è successo a Emiliano, Vito e Francesco: hanno avuto la possibilità di volare via sulle loro caravelle, "perché la libertà - come dice Emiliano - è nella testa".

[Reportage a cura di Lascia il segno, 22 febbraio 2008]